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• attiva moltissime aree del cervello (al contrario della scrittura digitale),
• aiuta a sviluppare il pensiero associativo,
• costruisce una memoria interna,
• favorisce la capacità di introspezione,
• aiuta ad adattarsi a circostanze diverse,
• prendendo appunti a lezione oppure mentre si lavora, migliora l’apprendimento critico,
• consente una permanenza più lunga delle informazioni nel cervello,
• agevola la concentrazione tenendo più lontane le fonti di distrazione,
• mantiene più attiva negli anni la mente,
• in quanto attività non automatica, stimola il pensiero artistico ,
aiuta a raggiungere i propri obiettivi grazie alla possibilità di organizzare e rappresentare meglio le idee.
È un gesto unico e assolutamente personale, utile per la costruzione della propria identità. Attraverso la scrittura a mano è possibile comunicare molto di sé e lasciare un segno del proprio pensiero.
Una manifestazione corporea di sé, fisica, come camminare, cantare, ballare. Ogni persona ha il suo modo di impugnare la penna, di premere sul foglio, muoversi nello spazio, etc.
Sotto il profilo grafologico questo gesto esprime il modo che ha l’individuo di affrontare la vita, le relazioni e le situazioni che si presentano di volta in volta.
Per quanto concerne l’aspetto scientifico, Manfred Spitzer ha identificato in un libro una vera e propria patologia definita come "demenza digitale".
Questa può avere effetti negativi sull’ippocampo, portando alla perdita della memoria, alla riduzione delle capacità spazio-temporali, alla perdita del senso di orientamento, all’atrofizzazione della memoria numerica. Inoltre "i media digitali” creano dipendenza, danneggiano la memoria, diminuiscono l’impegno mentale rendendo difficoltoso l’apprendimento scolastico.